La Idrochinesiterapia o "Idrocinesiologia" alle parole greche ydor-acqua, kinesis-movimento e therapeia-terapia, rappresenta un triangolo perfetto dove acqua - movimento  e terapista sono uniti idealmente con al centro il paziente. 
Lo sviluppo della riabilitazione motoria e neuromotoria negli ultimi 10 anni nel panorama sanitario italiano e mondiale ha portanto con se una evoluzione di metodi e protocolli tra cui attualmente la idrokinesiterapia riveste sempre più un ruolo centrale e indispensabile.

In Italia i primi centri di idrokinesiterapia sono sorti spontaneamente in stazioni termali, solo successivamente l'idrochinesiterapia si è diffusa all'interno di strutture medico- sanitari di tipo riabilitativo ponendosi come un irrinunciabile punto di riferimento all'interno dei protocolli scientifici. 
 
idrokinesiterapia

L'idrochinesiterapia si è anche sviluppata nel nostro Paese grazie al diffondersi nella popolazione dell'attività natatoria e di quella motoria in generale.  Così la "Balneoterapia" utilizzata nei secoli dagli Egizi, dai Greci, dai Romani in un'ottica anzitutto igienica, non poteva disperdere il suo potenziale curativo e non inserirsi nel presente, con il valore aggiunto rappresentato dall'esercizio terapeutico guidato dal Fisioterapista e dal equipe medica, conquistando un posto sempre più importante nella Medicina Riabilitativa.
Se inizialmente si è riconosciuto alla idrochinesiterapia l'importanza solo per il trattamento dei grandi deficit neurologici, successivamente e più di recente, essa è divenuta un indispensabile apporto nel recupero funzionale anche di altre affezioni come quelle di tipo ortopedico-traumatologico, ortopedico post-chirurgico, neurologico, neurologico pediatrico, reumatologico.

In alcune particolari patologie può per altro essere considerata "terapia riabilitativa di elezione" laddove la forza di gravità controindica e rende pericoloso e/o troppo faticoso il movimento terapeutico svolto a terra, azzerando così le componenti di traumaticità iatrogena che tanto preoccupano i pazienti e i fisioterapisti durante lo svolgimento del proprio lavoro.
 
Roma idrokinesiterapia

Il terapista in questa metodica riabilitativa potrà sfruttare l'intervento riabilitativo in maniera diversa e per alcuni versi più produttiva rispetto al trattamento a terra, conoscendo le leggi fisiche che regolano le reazioni dei corpi immersi nell'elemento fluido e tenendo conto delle positività intrinseche del lavoro svolto in quella che si può definire una "PALESTRA LIQUIDA".

A tal proposito vanno considerati alcuni "effetti" fondamentali dell'immersione che costituiscono parte integrante della valenza terapeutica dell'idrokinesiterapia:
EFFETTO MECCANICO: dato dall'insieme delle azioni di spinta di galleggiamento, pressione idrostatica e resistenza idrodinamica dell'acqua.
EFFETTO BIOCHIMICO: legato alle caratteristiche biochimiche dell'acqua e alla conseguente reattività dell'organismo immerso.
EFFETTO TERMICO: dato dalla temperatura dell'acqua (32°/34°C) con le conseguenti modificazioni toniche, trofiche, tissutali, endocrine e metaboliche dell'organismo.
EFFETTO PSICOLOGICO: la naturale dinamicità e versatilità del trattamento avrà effetti psicologici positivi sui pazienti che ad esempio possono effettuare in acqua, da subito, movimenti ed attività precluse a terra.
 

IL RUOLO DEL FISIOTERAPISTA:

E' importante sottolineare l'importanza della preparazione e della professionalità della figura del fisioterapista, la sicurezza psicologica dell'operatore in acqua, la sua tranquillità operativa, insieme ad una buona dose di comunicatività infonderà nei pazienti la fiducia di cui hanno bisogno per reagire e lavorare al meglio abbandonando paure, insicurezza, ipocinesia (rallentamento dei movimenti) legate ai vari "momenti".Per tanto riteniamo che l'operatore che lavora nel settore sanitario, della idrochinesiterapia debba avere raggiunto:

  •   un ottima preparazione professionale polivalente;
  •   un adeguata competenza in tutte le tecniche kinesiterapiche e nelle metodiche riabilitative tradizionali specifiche, sia per l'indispensabile  proseguio nei trattamenti a terra, sia per la loro utilizzazione adattata in acqua.
  •   un'ampia conoscenza degli effetti fisiologici dell'immersione anche in  relazione all'età, alle patologie concomitanti, al tipo di paziente.
  •   l'acquisizione di una buona destrezza in acqua che gli consenta di gestire e manipolare il paziente in piena sicurezza.
In acqua si svolgeranno esercizi che mirano al potenziamento delle risposte riflesse di recupero kinestetico grazie alla possibilità di lavorare in un ambiente ricco di stimolazioni sensoriali in condizioni di tranquillità operativa e in completa assenza di pericoli di tipo traumatico.

L'immersione pone infatti il soggetto in un ambiente fisico inusuale (microgravità); all'interno di tale ambiente le stimolazioni esterocettive e propriocettive si moltiplicano stimolando la necessità di un continuo  aggiustamento/regolazione  delle risposte posturali con conseguente adeguamento alle nuove condizioni di microgravità; tutto questo porterà il soggetto in uno stato di "allerta fisiologica" che è propedeutica proprio al potenziamento delle capacità attentive e di memorizzazione dello schema motorio dell'esercizio funzionale.

La riabilitazione in acqua, offre quindi la possibilità di un recupero di “ schemi ed immagini “ di movimento che, pur parzialmente evocabili dopo il trauma o la malattia, non essendo stati più esercitati, sono stati “persi”, dimenticati. 
 
idrokinesi Roma

IL RUOLO DELLA STRUTTURA: 

Quando parliamo di struttura vogliamo prima di tutto chiarire che ad accogliere un reparto di idrokinesiterapia, deve essere una Struttura Medica; non è infatti ipotizzabile ed etico effettuare la riabilitazione in acqua in strutture non Sanitarie, previsti per legge nel campo sanitario.
Tali requisiti sono imprescindibili per far sì che gli spazi siano idonei ad un'attività complessa come l'idrokinesiterapia.

Il ruolo della vasca riabilitativa per esempio è un aspetto che non bisogna assolutamente sottovalutare, infatti non tutte le piscine sono idonee per effettuare la riabilitazione in acqua.
Innanzitutto la temperatura dell'acqua, che in una piscina normale adibita per attività sportiva è di circa 28°-29°, raggiunge in una vasca riabilitativa i 32°-35°.  Tale temperatura è ideale per rilassare la muscolatura, ridurre il dolore (effetto miorilassante) e far sì che il paziente possa eseguire gli esercizi senza avvertire una sgradevole sensazione di freddo che irrigidirebbe la muscolatura e le articolazioni aumentando la sensibilità dolorifica e riducendo l'azione di recupero funzionale.
Inoltre la vasca riabilitativa deve essere strutturata ad altezza media in modo da eseguire gli esercizi in piedi o seduti su seggiolini dedicati in completa immersione, la vasca deve quindi avere un altezze che variano da 1,20 a 1,30 mt. Fondamentale è inoltre, il controllo costante delle condizioni igieniche dell’acqua con il filtraggio completo della vasca e con periodiche e controllate analisi chimico-batteriche dell’acqua.

Presso la sede di Acilia dello Studio Ronconi il paziente viene preso in carico da un Equipe Medica composta da un Medico specialista in Fisiatria e da un terapista laureato in Fisioterapia e specializzato nella riabilitazione in acqua, inoltre i percorsi riabilitativi sono personalizzati e inseriti all'interno di proticolli scientifici diretti al completo e totale recupero del paziente.