Che cosa è la osteoporosi?

L'osteoporosi è una malattia caratterizzata da un basso contenuto di calcio nelle ossa, dalla progressiva perdita di tessuto osseo che diventa fragile, con conseguente instabilità dello scheletro e quindi una maggiore predisposizione alle fratture spontanee.
Cerchiamo di spiegare meglio il concetto con un esempio, provate a pensare allo scheletro come ad una struttura di cemento armato in continua costruzione all'interno di un cantiere: alcune cellule operaie (osteoblasti) depositano sapientemente il calcestruzzo (parte minerale) sulla parte cellulare di sostegno (osteociti), che si organizza a sua volta in una complessa architettura di travi e pilastri come quelli in acciaio di molti edifici. Altre cellule operaie (osteoclasti) rifiniscono e rimuovono l'osso in eccesso oppure quello "vecchio" in modo tale che possa essere sostituito da "nuovo" tessuto.
 
Fino all'età adulta questo processo è in forte attività e tanto maggiore sarà l'attività fisica tanto più forte e resistente diventerà l'edificio (lo scheletro). Tra i 30 e i 40 anni questo processo si ferma e lentamente il processo di rimozione dell'osso prevale su quello di deposito.

Immaginate quindi sempre un bel palazzo che, una volta terminato, viene lasciato a se stesso per anni. Se non si mantiene un certo livello di "manutenzione" si può indebolire fino a crollare in alcune sue parti (fratture). Questo è quello che avviene con l'osteopenia prima e l'osteoporosi dopo. Fra tutte le malattie che possono colpire le ossa, l’osteoporosi è quella più diffusa, e colpisce sia gli uomini che le donne.

L’osteoporosi si differenzia in due categorie, si definiscono osteoporosi “Primitive” le forme postmenopausali e senili (possono comparire dopo i 70 anni in entrambi i sessi); e osteoporosi “Secondarie” quelle determinate da un ampio numero di patologie (malattie endocrine, ematologiche, neoplastiche, reumatologiche, ecc.) e da farmaci (cortisonici, anticoagulanti ecc.).
E’ una malattia subdola che non si manifesta con sintomi specifici, e spesso la sua prima manifestazione è proprio la frattura, che generalmente è a carico della colonna vertebrale. La frattura vertebrale, tuttavia, in più della metà dei casi non dà sintomi e quindi non viene riconosciuta, quindi la diagnosi di osteoporosi è spesso tardiva.
 
La diagnosi si basa sulla densitometria o mineralometria ossea computerizzata, la MOC. La MOC si avvale di una tecnica a raggi X che consente di misurare la quantità di minerale presente in determinate parti dello scheletro (colonna lombare, parte alta del femore, polso), che sono particolarmente indicativi per la presenza di osteoporosi.

Inoltre, è indicato eseguire una radiografia della colonna vertebrale per mettere in evidenza la presenza di eventuali fratture vertebrali (crolli o schiacciamenti), che nella metà dei casi avvengono senza provocare sintomi evidenti.

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La riabilitazione riveste un ruolo essenziale sia nella prevenzione che nel trattamento dell’osteoporosi, soprattutto nella gestione delle fratture su base osteoporotica, perché le sollecitazioni meccaniche indotte migliorano il trofismo dell’osso e riducono la frequenza e la gravità delle cadute potenzialmente pericolose. 

Come percorsi riabilitativi per l'osteoporosi si intendono programmi di tipo fisioterapico caratterizzati da una serie e tipologia di esercizi che mirano ad alleviare la sintomatologia dolorosa; qualora presente; ad aiutare la formazione del callo osseo, a rinforzare l'osso soprattutto nei siti specifici dove è più fragile e quindi suscettibile a frattura (femore, colonna, bacino, radio). Si amplifica la forza muscolare e il controllo motorio in quei distretti dove le reazioni di equilibrio sono maggiormente coinvolte.
 
Osteoporosi
Che cos'è l'osteoporosi
Esame osteoporosi
Il trattamento riabilitativo, adeguato corregge e migliora la muscolatura che sostiene la colonna vertebrale, migliorando l’equilibrio e la coordinazione, rendendo l’agire armonico e modificando le posture senza interrompere l’abituale organizzazione della gestualità nello stare in piedi, nello spostarsi, nel camminare, nel sedersi, evitando reazioni muscolari toniche, spesso a scatti e scomposte. Importantissimo è anche il controllo della postura che può essere ottenuto con la rieducazione propriocettiva e appaiono più efficaci nel mantenimento di un corretto trofismo osseo i carichi di lavoro intermittenti rispetto ai carichi continui.  

Quando l'osteoporosi si è ormai sviluppata è necessario un protocollo fisioterapico personalizzato in base al quadro clinico e alle problematiche funzionali che si sono instaurate. Ogni programma è costruito in maniera individuale sul paziente in base al singolo caso e in genere 8 -10 sedute sono necessarie per imparare correttamente gli esercizi e stabilire i carichi. Poi il programma di esercizi potrà essere continuato a casa in sicurezza oppure ciclicamente in studio in base anche alle esigenze del paziente. La costanza è fondamentale perché più l'esercizio è costante e continuo maggiore sarà l'efficacia e il suo mantenimento nel tempo come anche la supervisione di un Fisioterapista certificato ed esperto.