L’instabilità della caviglia è una condizione in cui il paziente avverte frequenti cedimenti della caviglia, specie quando cammina o corre su terreni irregolari, a volte, è solo una fugace sensazione, altre volte si verificano delle vere e proprie cadute questo disturbo è abbastanza frequente e la causa è spesso rappresentata da una distorsione.
L’episodio distorsivo può causare una rottura dei legamenti nella parte esterna oppure delle alterazioni patologiche all’interno dell’articolazione, questi due quadri possono coesistere allo stesso tempo causando quella che viene definita come instabilità cronica di caviglia cioè la sensazione di avere una caviglia incapace di sopportare il peso del corpo quando camminiamo o corriamo. In caso di mancato trattamento, i legamenti lesi non riacquistano la tensione che avevano prima del trauma e l’articolazione resta quindi esposta ad altre possibili distorsioni. A questo si aggiunge una frequente debolezza muscolare che aggrava ulteriormente la situazione.
L’instabilità cronica può essere suddivisa in due tipi:
- Instabilità meccanica: causata dalla rottura dei legamenti esterni della caviglia.
- Instabilità funzionale: causata da alterazioni della propriocezione o del controllo neuromuscolare a livello dell’articolazione.
Solitamente chi soffre di questo disturbo avverte dolore quando cammina e presenta un persistente gonfiore, soprattutto localizzato sulla parte esterna della caviglia.
Se questa sintomatologia persiste è opportuno rivolgersi ad un Ortopedico, il medico Specialista durante la visita, non valuterà solo la stabilità della caviglia attraverso una serie di test ma cercherà anche di capire se ci sono dei punti dolorosi attorno alla caviglia.
L’instabilità della caviglia non è necessariamente causata da una rottura dei legamenti (instabilità meccanica) ma può essere il risultato di altre patologie (instabilità funzionale) come una lesione dei tendini peronieri (che decorrono lunga la parte esterna della caviglia) o un tendine di Achille eccessivamente breve.
Riuscire a differenziare l’instabilità cronica funzionale da quella meccanica è fondamentale per offrire il corretto trattamento al paziente.
Per ottenere una diagnosi corretta, il vostro medico potrà richiedere uno o più esami radiologici tra cui: radiografie in carico, ecografia, TAC e Risonanza Magnetica che rappresenta l’esame più utile per valutare non solo la presenza di anomalie a livello di muscoli e tendini ma anche per studiare adeguatamente lo stato del tessuto cartilagineo
L’instabilità cronica della caviglia deve essere inizialmente trattata con la fisioterapia che si propone di raggiungere in questo caso tre fondamentali obiettivi:
- Ridurre il dolore
- Recupero della propriocezione e della forza muscolare
- Prevenzione delle recidive
Il recupero della propriocezione è fondamentale e ha lo scopo di stimolare le sottili terminazioni nervose che informano il nostro cervello circa la posizione del nostro corpo. I tessuti attorno alla caviglia sono molto ricchi di queste terminazioni nervose che, se stimolate adeguatamente, possono migliorare notevolmente il senso d’instabilità percepito dal paziente.
Tutto questo avviene grazie all’interazione di questi nervi con le cellule del nostro cervello che rielaborano gli stimoli ricevuti e a loro volta attivano con un meccanismo riflesso i muscoli attorno alla caviglia. Il risultato finale è una caviglia più stabile!
Presso il nostro Studio uno degli strumenti tecnologicamente all'avanguardia utilizzato per raggiungere tali importantissimi risultati è la Pedana visuo-propriocettiva Delos basata sul metodo del Prof. Riva.
Il trattamento chirurgico è proposto solo a pochi pazienti che lamentano un’instabilità cronica della caviglia, non migliorata dopo almeno tre mesi di fisioterapia e sarà ovviamente differente a seconda della natura dell’instabilità.
Quando la lesione è recente, è possibile ricucire un legamento leso attraverso un’incisione di 4-5 cm situata nella parte laterale della caviglia. Quando invece è trascorso molto tempo dalla prima distorsione e che poi è stata seguita da altri traumi, i legamenti potrebbero essere così danneggiati da non poter essere riparati direttamente. In questi casi, si preleverà del tessuto sano dalle zone circostanti la lesione e lo si trapianterà al posto dei legamenti rotti.
La caviglia operata dovrà essere immobilizzata con un tutore rigido per circa 4 settimane.

Durante i primi giorni, è consigliabile l’uso delle stampelle. Una volta rimossa l’immobilizzazione, inizierà un periodo di riabilitazione per recuperare il movimento, la forza muscolare e la coordinazione motoria.
Per ancora 2-3 settimane e per chi fa sport, potrebbe essere anche prescritta una cavigliera di plastica rigida.