L'osteoncondrosi è una sindrome degenerativa delle ossa, che ne frammenta le estremità
 

OSTEOCONDROSI

Nota anche come osteocondrite, insorge prevalentemente a livello delle articolazioni ed affligge soprattutto i giovani, gli sportivi e chi, in generale, è soggetto a traumi continui e ripetuti.

Si è dibattuto molto sulle cause dell'osteocondrite e si è giunti alla conclusione che alla base vi sia un processo di necrosi (morte di tessuti). I sintomi dell'osteocondrosi evolvono e si aggravano molto lentamente.
Le indagini diagnostiche, se fatte per tempo, consentono un intervento terapico non invasivo.

Cerchiamo di spiegare nello specifico di cosa si tratta:
con Il termine osteocondrosi ci si riferisce ad una serie di patologie delle ossa lunghe o brevi, in cui una piccola porzione di estremità, ossea o cartilaginea, si stacca dal restante osso sano. In altre parole, si frammenta una piccola parte terminale dell'osso.

L'osteocondrosi può affliggere tutte le ossa dotate di un'epifisi o di un'apofisi, ma colpisce maggiormente quelle che compongono un'articolazione cartilaginea. Nelle giunture articolari, la lesione ossea separa un frammento composto da osso subcondrale e dalla cartilagine adiacente (il termine osso subcondrale identifica la strato osseo sottostante la cartilagine). Si forma così un corpo osteocartilagineo libero. Questo frammento genera dolore e viene chiamato col termine medico di topo articolare.
 
osteocondrosi

osteocondrosi dissecante
esempio di osteocondrosi dissecante
Le giunture articolari più colpite dall'osteocondrosi sono localizzate a livello di:
  • Ginocchio.
  • Anca.
  • Astragalo. (un osso breve del piede)
  • Gomito.
L'osteocondrosi colpisce maggiormente il sesso maschile e la sua incidenza nella popolazione generale è dell'1,7%. È una patologia tipica dell'età evolutiva (primo e secondo decennio di vita), dovuta all'intensa attività di ossificazione. Di solito, in questi casi, il problema si risolve spontaneamente al termine della maturità scheletrica.

Quando l'osteocondrosi insorge negli adulti, spesso tali individui praticano sport o sono impegnati in attività lavorative pesanti. Ciò spiega, in parte, perché siano maggiormente colpiti gli uomini.

I sintomi principali dell'osteocondrosi sono:
  • Dolore all'articolazione colpita.
  • Gonfiore.
  • Versamento articolare (o idrartro).
  • Progressivo blocco articolare.

All'inizio, tale sintomatologia è tollerabile. Infatti, l'osteocondrosi segue un decorso assai lento, quando insorge, il dolore è di scarsa intensità e di durata intermittente; allo stesso modo, le funzioni articolari sono impedite solo in parte. Dal punto di vista anatomo-patologico, è il momento in cui cominciano a delinearsi i futuri frammenti ostecartilaginei.

Il peggioramento richiede mesi, in alcuni casi anche anni. In questo lasso di tempo, i frammenti osteocartileginei diventano dei veri e propri corpi liberi all'interno dell'articolazione. Il dolore, pertanto, si fa più intenso e continuo. Il blocco articolare riduce enormemente la motilità dell'articolazione.
 
Diagnosi
Importante, come in tutte le patologie, è la diagnosi precoce. Ciò consente di poter intervenire in modo non invasivo e di fermare l'evoluzione delle lesioni ossee.
L'analisi della motilità articolare è il primo esame diagnostico possibile: il sospetto nasce se l'angolo di estensione di un'articolazione è ridotto rispetto al normale.
L'esame strumentale fondamentale, che mostra a che stadio è giunta l'osteocondrosi, è la risonanza magnetica. Essa mostra l'entità della lesione e permette, quindi, di pianificare una terapia efficace, inoltre, cosa non da poco conto, non è invasiva.

Gli altri esami diagnostici sono:
  • Radiografia.
  • Ultrasonometria ossea.
  • Tomografia assiale computerizzata (TAC).

Terapia, lo stadio della lesione è fondamentale per impostare la terapia, essa può essere:
  • Conservativa.
  • Chirurgica.
  • Farmacologica.


La terapia conservativa ha maggiore probabilità di successo quando la lesione è stabile e consiste in:
  • Riposo dall'attività fisica/lavorativa (se intensa) per 6-8 settimane.
  • Fisioterapia.
  • Immobilizzazione con gesso; uso di stampelle (se è colpito un arto inferiore).
  • La terapia conservativa è adottata anche per le forme di osteocondrosi dell'età giovanile. Queste tendono a guarire spontaneamente, ma, talvolta, serve un trattamento terapeutico di supporto.

La terapia chirurgica è riservata per gli stadi instabili, o per quelli stabili che non hanno beneficiato del trattamento conservativo e consiste in un intervento in artroscopia. Lo scopo è quello di:
  • Recuperare il frammento, qualora non fosse ancora del tutto staccato. Per farlo si praticano delle microperforazioni nella porzione interessata, allo scopo di favorire la vascolarizzazione.
  • Eliminare i frammenti distaccati dall'osso sano. Va ricostruita l'estremità ossea interessata e ricostituita la componente cartilaginea, mediante un trapianto di condrociti. I condrociti sono le cellule che producono la cartilagine.

La terapia farmacologica è utile per alleviare la sensazione di dolore e deve associarsi ai due interventi terapici. Da sola, infatti, non è sufficiente
La Prognosi, dipende da diversi fattori, quali:
  • Età del paziente.
  • Causa.
  • Articolazione colpita e grado di lesione al momento della diagnosi.
  • Se si è attuata una terapia conservativa in presenza di un'osteocondrite in stato avanzato.

Le forme di osteocondrosi dell'età giovanile tendono a risolversi spontaneamente. La prognosi è, pertanto, buona.

Se all'origine c'è un trauma e la diagnosi è tardiva, la prognosi si fa peggiore. Il recupero, infatti, è assai lento e l'operazione chirurgica, come si è visto, ha le sue complicazioni.